Il MIUR indica in 8.875.176 gli studenti delle scuole italiane,
dall’infanzia alle superiori, per l’88.8% in istituti statali (7.881.632) e per
l’11.2% in istituti parificati (993.544); in aumento gli studenti di
nazionalità straniera, oggi 739.468 (il 9,4% degli studenti delle scuole
pubbliche). I dati più interessanti sono quelli riferiti all’indirizzo delle
scuole superiori (secondarie di II grado): quasi 1 studente su 2 frequenta il
liceo (47,1%), con una prevalenza del liceo scientifico tradizionale (428.767
studenti, il 16,4% del totale degli studenti alle superiori); il liceo classico
è frequentato dal 6,2% (162.379 studenti), superato da quello linguistico
(189.278 studenti, il 7,2%); gli studenti degli istituti ad indirizzo tecnico
economico (i vecchi ragionieri) sono 366.660, il 14% del totale, e quelli che
frequentato gli istituti ad indirizzo tecnologico (i vecchi geometri) sono
466.175 (il 17,9% del totale); il 21% degli studenti frequentano, infine,
istituti professionali. La scuola italiana copre una spesa pari al 4,6% del PIL
(inclusi investimenti a scuole ed università), contro il 6,1% della Francia, il
5,1% della Germania, il 6,4% del Regno Unito, ed una media UE del 5,8%; nelle
superiori, la composizione media della classe è di 19 allievi in Italia, 16 in
Francia, 12 in Germania, 20 in UK, con una media UE di 16 allievi; un dato
interessante è quello della scolarità attesa, c.d. permanenza in fase di
istruzione, che è di 16,8 anni in Italia, 16,4 anni in Francia, 18,2 anni in
Germani, 16,4 anni in UK, con una media UE di 17,8 anni. Nella fascia 15-19
anni, l’81% dei giovani italiani va a scuola, contro l’84% in Francia, il 90%
in Germania, il 78% in UK, l’87% a livello UE. E guardando ai risultati, nella
fascia di età fra 25 ed i 34 anni, il 72% degli italiani ha un diploma di
istruzione superiore, contro l’83% dei francesi, l’87% dei tedeschi, il 64%
degli inglesi, con una media UE dell’84%.
Si sta sui banchi di scuola come gli altri studenti europei, in una
scuola dove si investe meno che nel resto dell’Europa, ed i risultati sono che
i possessori di un diploma sono meno di quanto dovrebbe.
Non si finisce mai di
aver bisogno di studiare.
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