Il carbone fu “carburante” essenziale della Rivoluzione Industriale nel
Regno Unito, estrattovi sin dall’epoca pre-romana; ad inizio Novecento erano
tremila le miniere sotterranee nell’isola e davano lavoro ad un milione di
persone; dopo WW2 il loro numero scese a mille; negli anni di governo della “lady
di ferro” la produzione scese rapidamente, in contemporanea ad uno scontro
epocale fra governo e National Union of Minerworkers, il sindacato dei
minatori, scaturito nello sciopero del 1984.
Venerdì 18 dicembre 2015 segna la
chiusura dell’ultima miniera ancora attiva nel Regno Unito, quella di
Kellington Colliery nella contea dello Yorkshire, la più grande d’Europa, e 450
minatori, ultimi discendenti di una forte stirpe di lavoratori, si sono tolti
per l’ultima volta il loro elmetto.
L’industria carbonifera inglese è definitivamente
chiusa; ma la Gran Bretagna continuerà ancora a consumare carbone, importato da
paesi che estraggono a costi inferiori come Russia e Colombia, per alimentare
le sue centrali a carbone, che chiuderanno solo nel 2025.
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