Le imprese (quotate) europee hanno
1.100 miliardi USD in cassa (fonte: Moody’s, dati bilancio 2014), il 40% in più
del 2008; quelle USA 1.730 miliardi USD; mentre il PIL è lievemente cresciuto,
gli investimenti sono diminuiti in modo significativo in Europa, fra il 2008 ed
oggi: meno 20% (fonte: RBS); prendendo come base=100 il 2008, oggi gli investimenti
nei paesi OCSE sono a 101,20, quelli dei soli paesi emergenti (inclusa Cina) a
102,44; nell’area euro l’indice è a 87,42.
Molte le ragioni di tale situazione:
dichiarata incertezza generale, bassi ritorni attesi sugli investimenti,
domanda debole, spostamento verso una società digitale (che richiede meno
investimenti: il 12% in meno rispetto all’industria, secondo l’OCSE).
Se l’eccessivo
indebitamento delle imprese era una ragione valida per “tirare il freno” agli
investimenti nel recente passato, oggi non è più così: nel 1999-2007 (media), le
imprese USA per ogni dollaro di capitale proprio avevano 62 centesimi di debito,
nel 2008 87 centesimi, oggi 58 centesimi; quelle dell’area euro,
rispettivamente 1,09 dollari (media 1999-2007), 2,04 dollari (2008), 1,14
dollari (2014).
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