mercoledì 16 settembre 2015

Servizi “on-demand”.



Negli USA è sempre più “boom” delle piattaforme on-line che forniscono servizi: sono tanti i “player”, dai noti Uber a AirBnB a centinaia di start-up di successo. Un mercato che ha raccolto 20.374 milioni USD sul mercato dei capitali attraverso la quotazione di centinaia di imprese: 11.132 milioni sostati raccolti da imprese nel settore dei trasporti (come Uber), 3.945 milioni da società che offrono servizi nell’industria spaziale, 1.478 milioni nella finanza (come la piattaforma bitcoin ed i concorrenti dogecoin, namecoin, litico, peercoin), 1.182 milioni nei servizi professionali (inclusa la consulenza alle imprese), e poi logistica (479 milioni) con società che operano nelle consegne locali, navali e “storage”, educazione con programmi di educazione guidata (442 milioni). Se solo 5 anni fa era difficile immaginare la nascita di un mercato di servizi “on-demand”, oggi questo mercato è maturo e produce ricchezza e posti di lavoro, oltre ad esser divenuto “cliente” dei mercati finanziari e dei capitali. E la crescente diffusione e potenza di smartphone e tablet facilita i contatti diretti fra clienti, fornitori e lavoratori secondo una filosofia dove un’impresa ha senso quando il costo di affidare i compiti internamente è inferiore al costo di procurarsi gli stessi servizi sul mercato: la flessibilità è “the name of the game”.

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