Nei
primi 8 mesi del 2015 la raccolta pubblicitaria della radio è cresciuta del
9,7%, largamente superiore alla crescita dell’intero settore degli investimenti
pubblicitari nei media (+0,3% nel periodo). La raccolta radio pesa per il 6%
del totale (stimato a fine 2015 in 6,5 miliardi di euro), contro la TV regina
incontrastata col 60% della raccolta, i canali internet in forte crescita ed
oggi al 7%, periodici (7,5%) e
quotidiani (12%) più indietro. La carta stampata sembra indirizzata verso una
progressiva inarrestabile diminuzione della capacità di attrarre pubblicità,
incalzata dai nuovi media (social, web, apps) che attraggono un pubblico ed una
utenza ormai trasversale, più facilmente “profilabile” grazie a raffinate tecniche
di utilizzo dei dati personali. La radio, invece, non dimostra i suoi anni: una
pimpante vegliarda in splendida forma, voce e toni suadenti, grande appeal: da
vera diva.
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