Secondo l’Organizzazione
mondiale per il turismo (OMT), il turismo mondiale cresce del 5% l’anno, e nel
2030 si attende che 2 miliardi di persone faranno un viaggio all’estero. Il
Country Brand Index, che misura l’attrattività di un paese, vede l’Italia
scendere dal primo posto del 2004 alla posizione 18 nel 2014; una caduta
vertiginosa per un paese che secondo l’Unesco ha 51 siti indicati come
patrimonio dell’umanità, il 5% del totale, 4.000 musei, 95.000 chiese, 2.000
aree archeologiche; e che vede il turismo rappresentare il 10% del PIL con 160
miliardi di giro d’affari, occupando l’11% degli occupati totali (per la
maggioranza “under 40”). E che vale assai in termini di consumi e shopping:
senza contare il “pacchetto viaggi” (volo ed albergo), lo shopping vale il 40%
della spesa effettuata nel paese visitato, e solo il 10% va a biglietti per
musei ed eventi culturali. Non basta avere “le pietre più belle del mondo”
(siti archeologici e rovine antiche) per essere una meta turistico, serve
creare emozioni e farle vivere (Colosseo e Musei Vaticani hanno la metà dei
visitatori di Eurodisney, che sono 15 milioni l’anno).
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