sabato 31 ottobre 2015
L’automazione e le professioni “minacciate”.
Il crescente uso dei robot, avviato da decenni nelle fabbriche tecnologiche, avrà una ulteriore accelerazione nel prossimo futuro in attività disparate, secondo una recente indagine (http://money.cnn.com/2015/05/13/news/economy/robots-threaten-jobs-unemployment/); con l’ausilio di algoritmi, programmi ad-hoc, macchine “intelligenti”, l’impatto della tecnologia porterà alla eliminazione di posti di lavoro alle casse di supermercati ed autostrade (fenomeni già ben presenti nella realtà italiana);
nelle attività creative nel campo della pubblicità, dove le macchine possono “creare” messaggi “profilati” per categorie di consumatori; nelle stesse fabbriche dove aumenterà l’utilizzo di comandi a distanza di “telerobotica”;
nel giornalismo, dove già molte agenzie utilizzano robot in grado di scrivere articoli (e ci domandiamo se la diminuzione del numero di copie vendute ne sia causa od effetto);
nella gestione delle compagnie telefoniche, che stanno incrementando l’automazione di fasi come fatturazione e manutenzione a distanze delle reti fisse e mobili;
gli sportelli per i servizi al pubblico;
nelle attività di supporto alla intermediazione finanziaria: banche ed assicurazioni utilizzeranno sempre più sistemi automatizzati per attività come la concessione di prestiti e mutui ed emissione di polizze.
L’automazione aiuta i fornitori di prodotti e servizi che riducono i costi di gestione; ma non ha ancora risposto alle aspettative del consumatore in termini di “customer care” e “problem solving”: il “personal touch” ha ancora un valore.
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