L’arte significa bellezza, ed il collezionista è tale perché ricerca
la bellezza: di questi tempi, in modo crescente con il ricorso al debito a
leva. Le principali case d’aste mondiali (Sotheby’s, Christie’s, Phillips)
stanno facendo sempre più ampio ricorso alla formula dei lotti garantiti: la
vendita di pezzi importanti viene finanziata dalle case d’asta, a fronte della
garanzia sulle opere stesse, a copertura degli affidamenti bancari rilasciati
alle case. In questo modo i venditori vengono pagati in anticipo, spesso a
valori pre-fissati e concordati con la casa d’asta: questa modalità è ancora
limitata, come nel caso di Sotheby’s che ha visto un 3,5% del giro d’affari
realizzato “a leva”; ma le linee di credito finanziarie stanno crescendo in
ammontare ed il mercato si aspetta una accelerazione delle garanzie. In
passato, alcuni “boom” sono stati accelerati da un più ampio ricorso al credito:
“si rischia con il ricorso al credito e all’aumento della liquidità disponibile
di sovrapprezzare i capolavori. Se la competizione si sposta dal valore delle
opere all’aumento della leva finanziaria presto ci troveremo di fronte alla
bolla: la concorrenza sana si fa sulle opere, sui servizi e sui nuovi mercati,
non sul debito” secondo un mercante d’arte.
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