martedì 21 luglio 2015
Venture Capital all’italiana.
AIFI informa che le operazioni di venture capital sono passate da 57 nel 2012, a 66 nel 2013, infine 71 nel 2014, per totali 83 milioni di euro: 78 milioni per le 56 operazioni di finanziamento di “start-up” con un investimento medio di 1,4 milioni; e 4,5 milioni per le 15 operazioni di “seed capital” con un taglio medio di 0,3 milioni. Per oltre la metà (il 56%) si tratta di operazioni nel mondo dell’IT e communication tech, per il 21% nel terziario avanzato, per il 6% nella grande distribuzione. La Lombardia fa sempre la parte del leone (era il 26% nel 2013, è il 49% nel 2014), seguita da Lazio (11%), Piemonte (7%) e Veneto (7%). L’industria sembra scomparsa dal radar del VC, segno dei tempi che cambiano. E gli investimenti nelle “start-up” italiane sono piccola cosa rispetto a quanto avviene in paesi a consolidato sviluppo tecnologico come Israele (che vede investimenti annui pari a 3.000 milioni di euro) e gli USA. La strada è ancora lunga, ed il VC dovrà correre più forte: oggi è al 49esimo posto nella classifica fra i paesi dove conviene avviare una “start-up.
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