Non è una banca, non è vigilata dalla Banca d’Italia, i
suoi depositi non sono garantiti dal Fondo Interbancario, ma per masse amministrate
è la 40esima “banca” del paese: con la fusione deliberata (in corso di
realizzazione) fra Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Nordest nasce la più grande
società cooperativa italiana con 2,6 milioni di soci, 4,2 miliardi di
fatturato, 334 punti vendita, 19.700 dipendenti, ma soprattutto con 4,5
miliardi di depositi conferiti dai suoi soci (per l’esattezza, 450.000
soci-finanziatori). Non si tratta di investimenti (anche se qualche socio potrà
pensarlo, ma a torto), ma di “finanziamenti” erogati alla coop; come tali,
soggetti ai rischi tipici (talora, atipici) del finanziamento, quindi non
assistiti da nessuna forma di garanzia diversa dal capitale (spesso modesto)
delle coop; nessun possibile ricorso, in caso di insolvenza, al Fondo
Interbancario di tutela e garanzia che copre sino a 100.000 euro i depositi
bancari. Lunga vita alle coop, se la fusione così avviata darà i suoi (buoni) frutti.
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