“With a little help from my friend” la carta di
credito, i consumi inglesi sono tornati ai livelli pre-crisi, facendo lievitare
il debito privato dei cittadini di sua maestà la Regina d’Inghilterra; paese
virtuoso nei conti pubblici (il debito statale è inferiore al 70% del PIL),
spendaccione a suon di debito finanziario nelle scelte personali con un marcato
trend di incremento dell’indebitamento (ad un tasso annuo del 7% superiore alla
dinamica dei salari, peraltro anch’essi in aumento), in un contesto segnato da
ritrovata attività economica, alti livelli di occupazione, bassi tassi di
interesse (vicini allo zero) tutti elementi che spingono al ricorso al debito col
risultato di sostenere i consumi privati, ampio utilizzo del “surfing”: la
tecnica che consente di passare da una carta di credito all’altra, usufruendo
della mancata applicazione di interessi passivi (c.d. “interest free”) per un
periodo lungo (sino all’anno scorso 2 anni, ora anche 3 anni), il tutto per
stimolare la corsa all’acquisto di beni durevoli come voluttuari. Secondo
Moody’s “il problema si crea al termine del periodo interest free. Se non è
stato pagato il montante accumulato cominciano a maturare gli interessi su
cifre consistenti”. Il quadro è semplice, come riassume la Bank of England nel
suo invito ai britannici “a gestire le proprie finanze” in modo avveduto, in
vista di un aumento del tassi di interesse che sembra avvicinarsi. Formiche
pubbliche, cicale individuali.
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