giovedì 30 luglio 2015

Il cattivo modello transalpino.



La “lista della cattiva spesa pubblica” non è solo un male italico: imperversa in Francia, dove dati recentemente diffusi (“On va dans le mur…”, traducibile in “andiamo a sbattere…”) fanno il paio con quelli di casa nostra: in Francia vi sono 360 imposte e tasse, il codice del lavoro si compone di 3.500 pagine, vi sono 5.300.000 dipendenti pubblici (contro i 3.300.000 dipendenti pubblici italiani) che assorbono stipendi di 292 miliardi di euro l’anno, avanza un plotone di 618.384 eletti fra parlamentari e rappresentanti locali di 36.769 comuni, si contano 15.903 organismi intercomunali, 27 regioni, 101 dipartimenti, e ben 37 regimi di pensionamento. Il tutto per una spesa pubblica che vale il 60% del PIL, circa 1.300 miliardi di euro (contro i 739 miliardi di euro della spesa pubblica italiana), con un debito pubblico che si sta avvicinando al 100% del PIL (ma l’Italia continua a guidare il confronto superando in scioltezza il 130%). C’è chi lo chiama “mal greque”: una diagnosi da bollettino di guerra, peccato che – secondo il rapporto -- anche i “francesi non potrebbero capire” la ineluttabilità di misure draconiane.

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