La “lista della cattiva spesa pubblica” non è solo
un male italico: imperversa in Francia, dove dati recentemente diffusi (“On va
dans le mur…”, traducibile in “andiamo a sbattere…”) fanno il paio con quelli
di casa nostra: in Francia vi sono 360 imposte e tasse, il codice del lavoro si
compone di 3.500 pagine, vi sono 5.300.000 dipendenti pubblici (contro i
3.300.000 dipendenti pubblici italiani) che assorbono stipendi di 292 miliardi
di euro l’anno, avanza un plotone di 618.384 eletti fra parlamentari e
rappresentanti locali di 36.769 comuni, si contano 15.903 organismi
intercomunali, 27 regioni, 101 dipartimenti, e ben 37 regimi di pensionamento.
Il tutto per una spesa pubblica che vale il 60% del PIL, circa 1.300 miliardi
di euro (contro i 739 miliardi di euro della spesa pubblica italiana), con un
debito pubblico che si sta avvicinando al 100% del PIL (ma l’Italia continua a
guidare il confronto superando in scioltezza il 130%). C’è chi lo chiama “mal
greque”: una diagnosi da bollettino di guerra, peccato che – secondo il
rapporto -- anche i “francesi non potrebbero capire” la ineluttabilità di
misure draconiane.
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