Con l’enciclica “Laudato sì” il pontefice, accanto al
messaggio ecumenico, avvia una revisione sulle modalità di investimento delle
risorse finanziarie vaticane, che dovranno orientarsi verso un miglior rispetto
dell’ambiente: in termini di investimenti, questo indirizzo dovrebbe
concentrarsi su tipologie di “asset” (azioni, obbligazioni) rispettose dell’ambiente,
delle modalità di produzione, del rispetto di canoni etici e sostenibili (già
coperti in una lettera enciclica del 29.6.2009 del precedente pontefice). La
finanza sostenibile, nella sola Europa, copre 127 miliardi di euro (dato 2014),
ancora poco rispetto al grande universo degli “asset”; non esistono dati di
dettaglio sugli investimenti dei numerosi, e poco controllati, enti religiosi
quali ordini e congregazioni (spesso in passato balzati alla cronaca per
investimenti poco avveduti), in Italia ed in Europa, a differenza di quanto
avviene nel Nord America e nell’Europa del Nord (la Chiesa di Inghilterra e
quella di Svezia pubblicano on-line il dettaglio dei loro investimenti). Ma è
così avviato “un processo di medio lungo termine. Una presa di coscienza dell’investimento
sostenibile che riguarderà non solo gli enti religiosi ma pure i laici”.
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