giovedì 12 novembre 2015

Furti ed ammanchi.



Secondo un’analisi del Barometro mondiale dei furti nel retail effettuata in 24 paesi, le 4 componenti che fanno lievitare a 3 miliardi di euro le differenze di magazzino del retail italiano, poco oltre l’1% del fatturato al retail, sono furti dei dipendenti (23% dei casi) e dei clienti (45%), errori amministrativi, frodi dei fornitori. 
La percentuali cresce al 2,6% nel settore dell’abbigliamento, con un picco nel periodo invernale; i capi più “richiesti” sono cinture, portafogli (ironia del contrappasso), scarpe, abbigliamento sportivo, denim, intimo. 
Dopo l’abbigliamento, i settori più colpiti sono farmacie, parafarmacie, gioiellerie. 
A livello dei 24 paesi esaminati, il valore degli ammanchi sale a 93 miliardi, oltre l’1,2% del fatturato; in questa classifica le posizioni peggiori toccano ai paesi dell’America Latina (1,6% l’incidenza di furti ed ammanchi), Nord America (1,3%), Asia Pacifico (1,2%). I paesi più virtuosi, o meglio: meno malandrini, sono Norvegia (dove sparisce “solo” lo 0,7% dei prodotti), Svizzera e Francia. 
Le misure ritenute preferibili per combattere la cattiva abitudine comprendono “”un mix di sistemi anti-taccheggio, tv a circuito chiuso, personale di sicurezza interno e strumenti hi-tech come le etichette Rfid””.


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