giovedì 26 novembre 2015

La Cultura in Legge di Stabilità.



La Legge di Stabilità 2016 conferma (art 21) che per le erogazioni liberali in denaro  per interventi di manutenzione, protezione e restauro di  beni  culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi  della  cultura di appartenenza pubblica e per la realizzazione di  nuove  strutture,  il restauro e il potenziamento di quelle esistenti  delle  fondazioni lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche (che, senza  scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo) è  previsto un credito  d'imposta, nella misura del 65 per cento delle erogazioni liberali effettuate.  
In base ai dati delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2014, la spesa sostenuta dai contribuenti italiani è stata 8,5 milioni di euro, che portano a previsioni di un impatto di minor gettito Irpef di 0,5 milioni per il 2016 e di 0,7 milioni per il 2017; per le persone giuridiche, la spesa sostenuta è stata di 20,4 milioni (anno 2014), che portano a prevedere un minor gettito Ires di 1,3 milioni nel 2016 e 1,4 milioni nel 2014. 
La Legge di Stabilità destina inoltre fondi a sostegno della spesa nella cultura di 1,8 milioni nel 2017, 3,9 milioni nel 2018, 11,7 milioni nel 2019, 17,8 milioni nel 2019. La mano pubblica sovviene dove quella privata non arriva, e questo è bene. 
Ma dove andranno questi fondi addizionali? 
Leggiamo insieme il comma 4 dell’art 21: “E’ autorizzata l’assunzione a tempo indeterminato presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di 500 funzionari (…) nei profili professionali di antropologo, archeologico, archivista, bibliotecario, demoetnoantropologo, promozione e comunicazione, restauratore e storico dell’arte”.

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