mercoledì 25 novembre 2015

Popolo in movimento.



Gli USA (320 milioni di abitanti) non sono solo sinonimo di “melting pot”, crogiolo di razze e popoli diversi, ma anche di elevata mobilità sociale, fra stati interni. Se gli statunitensi di etnia bianca sono il 61,9% della popolazione odierna, in forte crescita sono ispanici (11,5%), asiatici (5,2%), mentre la popolazione di origine afro-americana è il 12,7%. Le differenze fra stato e stato sono spesso notevoli: nel Maine il 90,7% della popolazione è bianca, nel New Mexico il 34,4% è ispanica, alle Hawaii il 37,6% è asiatica come lo è il 12,9% di quella californiana. Quando richiesti di indicare la nazionalità di provenienza dei propri antenati, 49,2 milioni dichiarano di avere origini tedesche, 41,2 milioni afro-americana, 35,5 milioni irlandese, 31,8 milioni messicana, 26,9 inglese, 19,9 milioni americana autoctona, 17,6 milioni italiana: 7 volte la popolazione di Roma, 13 volte quella di Milano. 
La mobilità fra stati è elemento caratteristico degli Stati Uniti: il 54% della popolazione dello Wyoming è nata in un altro stato ed il 5% all’estero; percentuali che sono il 53% ed il 21% in Nevada, il 50% ed il 7% nel New Hampshire, il 46% ed il 15% in Arizona. La Florida è lo stato con il più alto numero assoluto di nati fuori dai confini (8,5 milioni), la California lo stato col maggior numero di stranieri, Louisiana ed Ohio gli stati più stanziali (78% e 75%). 
Il sogno americano è sempre in movimento.

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