“”Una immagine eloquente
dello stato di dipendenze in cui si trovava l’Italia nei confronti dell’Inghilterra
e soprattutto degli Stati Uniti d’America può trarsi da un allarmato telegramma
di Orlando all’ambasciatore italiano a Londra, del 2 gennaio 1919, dopo che le
difficoltà finanziarie del paese avevano provocato il blocco delle importazioni
di carne congelata: “”Fra dieci giorni
– scriveva il presidente del Consiglio – intero
esercito e parte popolazione si troveranno senza carne””. Cfr. I documenti
diplomatici italiani, serie VI; 1918-1922, vol. I: 4 novembre 1918 – 17 gennaio
1919, Roma 1956, p. 398. Si veda anche la risposta dell’ambasciatore Imperiali,
a p. 401. Non meno significativo il testo del telegramma di pochi giorni
successivo inviato da Sonnino all’incaricato d’affari italiano a Washington,
nel quale si richiedevano consistenti crediti per mantenere le importazioni
dagli Stati Uniti, essenziali per la stessa sopravvivenza del paese. Nel corso
della guerra, infatti, queste si erano accresciute del 578 per cento, con un
forte stacco rispetto a quelle della Gran Bretagna (+203 per cento) e della
Francia (+109 per cento).””
Storia d’Italia. Dall’Unità a oggi.
Libro 11. Lo stato liberale. pg 2062, nota 1. Einaudi/IlSole24Ore, 2005.
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