Sistema Moda Italia stima che il 40%
della produzione di capi della moda italiana siano prodotti all’estero; le
imprese sono andate, ed ancora vanno, alla ricerca di fonti di
approvvigionamento più convenienti in termini di costo del lavoro, una
componente rilevante dei costi di produzione.
Il lusso che parla italiano
attrae investitori ed acquirenti francesi, americani, inglesi, mediorientali ed
asiatici che trovano nel Belpaese filiere uniche di eccellenza: gioielli,
pelletteria, occhiali. La crescente richiesta di “made in Italy” nei paesi
della “nuova frontiera” dovrebbe favorire il “reshoring” della produzione
(riportare le produzioni in Italia), ma sono solo 41 i casi censiti nella moda,
avvenuti per lo più come effetto della riduzione del differenziale di costo del
lavoro fra Italia e paesi stranieri e dell’aumento del costi di trasporto e
logistica; il fenomeno non ha ancora raggiunto le dimensioni di quanto avvenuto
negli USA, favorito dalla svalutazione del 30% del dollaro verso lo yuan cinese
a far tempo dal 2002; nello stesso periodo, l’euro si è rivalutato del 5% verso
lo yuan.
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