La Legge di Stabilità 2016 conferma (art 21) che per le erogazioni liberali in denaro per interventi di manutenzione, protezione e
restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti
e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica e per la
realizzazione di nuove strutture,
il restauro e il potenziamento di quelle esistenti delle
fondazioni lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche (che,
senza scopo di lucro, svolgono
esclusivamente attività nello spettacolo) è previsto un credito d'imposta, nella misura del 65 per cento
delle erogazioni liberali effettuate.
In base ai dati delle
dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2014, la spesa
sostenuta dai contribuenti italiani è stata 8,5 milioni di euro, che portano a
previsioni di un impatto di minor gettito Irpef di 0,5 milioni per il 2016 e di
0,7 milioni per il 2017; per le persone giuridiche, la spesa sostenuta è stata
di 20,4 milioni (anno 2014), che portano a prevedere un minor gettito Ires di
1,3 milioni nel 2016 e 1,4 milioni nel 2014.
La Legge di Stabilità destina inoltre
fondi a sostegno della spesa nella cultura di 1,8 milioni nel 2017, 3,9 milioni
nel 2018, 11,7 milioni nel 2019, 17,8 milioni nel 2019. La mano pubblica
sovviene dove quella privata non arriva, e questo è bene.
Ma dove andranno
questi fondi addizionali?
Leggiamo insieme il comma 4 dell’art 21: “E’ autorizzata l’assunzione a tempo
indeterminato presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo di 500 funzionari (…) nei profili professionali di antropologo,
archeologico, archivista, bibliotecario, demoetnoantropologo, promozione e
comunicazione, restauratore e storico dell’arte”.
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