Gli USA (320 milioni di abitanti) non sono
solo sinonimo di “melting pot”, crogiolo di razze e popoli diversi, ma anche di
elevata mobilità sociale, fra stati interni. Se gli statunitensi di etnia
bianca sono il 61,9% della popolazione odierna, in forte crescita sono ispanici
(11,5%), asiatici (5,2%), mentre la popolazione di origine afro-americana è il
12,7%. Le differenze fra stato e stato sono spesso notevoli: nel Maine il 90,7%
della popolazione è bianca, nel New Mexico il 34,4% è ispanica, alle Hawaii il
37,6% è asiatica come lo è il 12,9% di quella californiana. Quando richiesti di
indicare la nazionalità di provenienza dei propri antenati, 49,2 milioni
dichiarano di avere origini tedesche, 41,2 milioni afro-americana, 35,5 milioni
irlandese, 31,8 milioni messicana, 26,9 inglese, 19,9 milioni americana
autoctona, 17,6 milioni italiana: 7 volte la popolazione di Roma, 13 volte
quella di Milano.
La mobilità fra stati è elemento caratteristico degli Stati Uniti: il 54% della popolazione dello Wyoming è nata in un altro stato ed il 5% all’estero; percentuali che sono il 53% ed il 21% in Nevada, il 50% ed il 7% nel New Hampshire, il 46% ed il 15% in Arizona. La Florida è lo stato con il più alto numero assoluto di nati fuori dai confini (8,5 milioni), la California lo stato col maggior numero di stranieri, Louisiana ed Ohio gli stati più stanziali (78% e 75%).
La mobilità fra stati è elemento caratteristico degli Stati Uniti: il 54% della popolazione dello Wyoming è nata in un altro stato ed il 5% all’estero; percentuali che sono il 53% ed il 21% in Nevada, il 50% ed il 7% nel New Hampshire, il 46% ed il 15% in Arizona. La Florida è lo stato con il più alto numero assoluto di nati fuori dai confini (8,5 milioni), la California lo stato col maggior numero di stranieri, Louisiana ed Ohio gli stati più stanziali (78% e 75%).
Il sogno americano è sempre in movimento.
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