Nel Rapporto ISTAT presentato alla Camera, il
confronto fra il 2008 ed il 2014, periodo di “sette anni della grande crisi”,
evidenzia che nel 2008 i disoccupati erano 1.664.000, a fine 2014 sono
3.226.000, un +93,9% pari a 1.562.000 unità; la distribuzione geografica è
indice delle difficoltà sia storiche che congiunturali: alla fine dello scorso
anno il 47,0% dei disoccupati era nel Mezzogiorno (era il 52,7% nel 2008), il
19,1% nel Centro (il 18,6% nel 2008), il 33,9% nel Nord (il 28,7% nel 2008). A
tali numeri, vanno ad aggiungersi i “lavoratori potenziali”, quanti non hanno
una occupazione, non sono censiti come disoccupati, e non cercano attivamente
un lavoro: sono 4.457.000 in tutta Italia (dato fine 2014), erano 2.758.000 nel
2008. “Mancano all’appello” quasi 8 milioni di possibili occupati: dare lavoro
a tutti è impresa ardua, ma “conseguire un tasso di occupazione uguale a quello
europeo significherebbe per il nostro paese un incremento di circa 3 milioni e
mezzo di occupati”.
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