Dopo aver perso, come tutte le banche centrali dei Paesi
europei, la responsabilità della politica monetaria, il controllo sulla moneta
e sui cambi, fra un paio di settimane la Banca d’Italia perderà la vigilanza
sulle 15 banche maggiori a favore della BCE, così come previsto dalla tabella
di marcia stabilita dall’Unione Europea.
E’ una svolta epocale, poiché di fatto le viene tolta una significativa componente
della sua stessa ragion d’essere; dovrebbe essere ridotto anche il rischio di “opacità”
che nel passato hanno coinvolto la banca centrale in connivenze e conflitti di
interessi.
Questo “spin-off” di competenze dovrebbe portare anche ad un
ridimensionamento dell’attuale struttura organizzativa: 58 filiali nei
capoluoghi regionali ed oltre 7.000 dipendenti (di cui 606 dirigenti), costo annuo complessivo di 600 milioni di euro tra stipendi ed emolumenti vari
ed un patrimonio immobiliare importante.
Forse i tempi cambiano: vedremo se la
spending review oserà metter mano anche a questa istituzione.
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