martedì 28 ottobre 2014

I conti di Brera.



Non solo per i milanesi, Brera vuol dire Accademia, Pinacoteca, Orto botanico; una pluralità di eccellenze, ogni giorno apprezzate da studenti e visitatori. 
Una bella ricerca, condotta da Civicum e voluta dalla Soprintendenza per i Beni Artistici di Milano, ne ha tratteggiato alcuni aspetti economici. 
Brera non ha un bilancio autonomo (né un conto economico, né uno stato patrimoniale ove siano “valorizzate” le opere ivi contenute), né un conto corrente bancario, e quindi le spese sono sostenute da enti diversi, come succede per il personale dell’accademia pagato dal ministero MIBACT; le donazioni seguono procedure arcane e spesso tali da dissuadere i donatori. 
Brera genera ricavi lordi per 2,3 milioni di euro (1,4 milioni di euro da biglietto venduti ai 250.000 visitatori annui; 0,3 milioni da contribuiti privati; 0,5 milioni da vendite al bookstore; altri ricavi ancillari); retrocede allo stato 1,1 milioni di euro a fronte di costi di 10,4 milioni di euro, di cui 8,2 milioni per il personale (sono circa 160 le risorse, pagate da ministeri diversi, come il MIBACT) e 2,3 milioni per le utenze varie. 
Oggi, Brera costa allo stato 8,6 milioni di euro. 
Nella struttura milanese convivono attività diverse (accademia, spazi museali, spazi botanici) per i quali non vi sono dati e numeri separati, utili per il più semplice dei “controllo di gestione”, e quindi incidere sulla loro composizione. 
Brera non ha autonomia economica, e quindi gestionale; la quotidiana attività della Soprintendente e dei suoi collaboratori è “una lotta illustre” contro la burocrazia, i suoi tempi, i suoi effetti. 
Nelle attese di chi ha voluto (Soprintendenza) e realizzato la ricerca, da essa potrebbe aprirsi la strada a una nuova consapevolezza incentrata sulla trasparenza e la condivisione degli obiettivi fra le persone che lavorano in Brera ed i cittadini:  scoprire il gusto di partecipare alla gestione delle cose pubbliche, vedere come vengono spesi i nostri soldi raccolti con le tasse, senza sprechi e con trasparenti obiettivi di beneficio per la comunità, controllare come si possa migliorare la manutenzione degli immobili, la conservazione delle opere, la formazione del personale, l’accoglienza dei visitatori paganti e non paganti. 
La propensione al mecenatismo privato è in crescita ed accelera quando le sponsorizzazioni e le donazioni sono trasparenti e collegabili agli utilizzi.

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