Non solo per i milanesi, Brera vuol dire Accademia, Pinacoteca, Orto
botanico; una pluralità di eccellenze, ogni giorno apprezzate da studenti e
visitatori.
Una bella ricerca, condotta da Civicum e voluta dalla
Soprintendenza per i Beni Artistici di Milano, ne ha tratteggiato alcuni
aspetti economici.
Brera non ha un bilancio autonomo (né un conto economico, né
uno stato patrimoniale ove siano “valorizzate” le opere ivi contenute), né un
conto corrente bancario, e quindi le spese sono sostenute da enti diversi, come
succede per il personale dell’accademia pagato dal ministero MIBACT; le
donazioni seguono procedure arcane e spesso tali da dissuadere i donatori.
Brera genera ricavi lordi per 2,3 milioni di euro (1,4 milioni di euro da
biglietto venduti ai 250.000 visitatori annui; 0,3 milioni da contribuiti
privati; 0,5 milioni da vendite al bookstore; altri ricavi ancillari);
retrocede allo stato 1,1 milioni di euro a fronte di costi di 10,4 milioni di
euro, di cui 8,2 milioni per il personale (sono circa 160 le risorse, pagate da
ministeri diversi, come il MIBACT) e 2,3 milioni per le utenze varie.
Oggi, Brera
costa allo stato 8,6 milioni di euro.
Nella struttura milanese convivono
attività diverse (accademia, spazi museali, spazi botanici) per i quali non vi
sono dati e numeri separati, utili per il più semplice dei “controllo di
gestione”, e quindi incidere sulla loro composizione.
Brera non ha autonomia
economica, e quindi gestionale; la quotidiana attività della Soprintendente e
dei suoi collaboratori è “una lotta illustre” contro la burocrazia, i suoi
tempi, i suoi effetti.
Nelle attese di chi ha voluto (Soprintendenza) e
realizzato la ricerca, da essa potrebbe aprirsi la strada a una nuova consapevolezza
incentrata sulla trasparenza e la condivisione degli obiettivi fra le persone che
lavorano in Brera ed i cittadini: scoprire il gusto di partecipare alla
gestione delle cose pubbliche, vedere come vengono spesi i nostri soldi
raccolti con le tasse, senza sprechi e con trasparenti obiettivi di beneficio
per la comunità, controllare come si possa migliorare la manutenzione degli
immobili, la conservazione delle opere, la formazione del personale,
l’accoglienza dei visitatori paganti e non paganti.
La propensione al
mecenatismo privato è in crescita ed accelera quando le sponsorizzazioni e le
donazioni sono trasparenti e collegabili agli utilizzi.
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