Le “nuove” province vanno al voto, dal 28 settembre al 12 ottobre, per eleggere i “nuovi” consiglieri provinciali e delle città metropolitane (che in alcune province sostituiscono le amministrazioni provinciali); un voto riservato ai sindaci ed ai consiglieri comunali della provincia, 10.111 elettori “di secondo livello” che, nella prima “tornata” di voto, dovranno scegliere 64 presidenti, 760 consiglieri provinciali e 162 consiglieri delle città metropolitane.
Gli incarichi sono a titolo gratuito, ma la seconda “sorpresa” è che il risultato, in molte province, è noto prima ancora di andare alle urne: i partiti hanno trovato una intesa per presentare una unica lista di candidati a sostegno di un unico nome per la presidenza della provincia.
Abolite nella versione tradizionale, le province, bollate con inutili, restano in vita secondo logiche di spartizione ancora più sofisticate che nel passato. La poltrona non passa mai di moda.
Gli incarichi sono a titolo gratuito, ma la seconda “sorpresa” è che il risultato, in molte province, è noto prima ancora di andare alle urne: i partiti hanno trovato una intesa per presentare una unica lista di candidati a sostegno di un unico nome per la presidenza della provincia.
Abolite nella versione tradizionale, le province, bollate con inutili, restano in vita secondo logiche di spartizione ancora più sofisticate che nel passato. La poltrona non passa mai di moda.
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