Le politiche per contrastare le emissioni di
gas serra mettono in difficoltà molti progetti estrattivi delle compagnie
petrolifere; venerdì 17 aprile 2015 è stato firmato un impegno a metter fine
alla tecnica del “flaring” (bruciare nell’atmosfera il gas che fuoriesce durante
l’estrazione di petrolio) fra diversi paesi produttori (inclusi Russia e
Norvegia) e compagnie petrolifere (ma non quelle USA). Cresce anche la
richiesta di avere informazioni sui rischi legati a CO2, gas serra ed altre
sostanze nocive. La pressione di attivisti e gruppi di pressione ha portato un
numero crescente di investitori a disinvestire dalle azioni petrolifere: la
stima è che circa 200 organizzazioni abbiano disinvestito 50 miliardi di US$
dal settore; gli attivisti hanno messo nel mirino anche gli atenei ed i loro
fondi, come nel caso di Harvard che ha attività investite pari a 36,4 miliardi
di US$.
Dal “pull out” al “sit-in”.
Dal “pull out” al “sit-in”.
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