“” La Scozia
seguiva e ancora segue il diritto romani, ma l’Inghilterra seguiva – e ancora
segue – la Common Law (diritto
comune), che si basa sui precedenti e sull’accumulazione e la valutazione delle
previe decisioni dei tribunali. Il pensiero sociale e costituzionale inglese
guarda indietro per riconquistare un Paradiso perduto, un Eden perduto
precedente al “giogo normanno” (…). Il pensiero sociale e costituzionale
continentale guarda al futuro vero un periodo in cui le catene di Rousseau
verranno spezzate e/o quando un motore a vapore dialettico-marxista fatto di
tesi, antitesi e sintesi produrrà l’apocalisse del paradiso dei lavoratori. La battaglia
ideologica del XVII secolo in Inghilterra verté intorno alla reinterpretazione
degli antichi diritti. In questa reinterpretazione la monarchia fu a volte
sostenuta dalla lettera del precedente ma il Parlamento fu in genere appoggiato
dal precetto dello spirito costituzionale. All’inizio dell’era moderna gli
stati nazione subirono un cambiamento radicale in scala e centralizzazione
nella maggior parte dei casi del Continente. Tuttavia le istituzioni consultive
medioevali come le Cortes (in Spagna), la Dieta (nel Sacro romano impero) e gli
Stai generali (in Francia) vennero abolite laddove il nuovo monarca assoluto
aveva un esercito permanente, una forza di polizia e una burocrazia
centralizzata per far valere l’imposizione di un’entrata erariale senza il
consenso dei sudditi che ovviamente finanziavano il mantenimento dell’esercito
e dei burocrati. Questo (…) non era il caso della decentrata Inghilterra in cui
il Parlamento era profondamente coinvolto non solo nell’autorizzare e esigere
le tasse ma anche (…) nel convalidare o cambiare la dottrina religiosa
attraverso un atto del Parlamento. Di qui il fallimento degli Stuart (…) nel
creare uno stato assolutista modellato su quello dei loro cugini Borbone al di
là della Manica. A partire dal “Parlamento della Riforma” era stato assodato
dalla nazione politica il fatto che la sovranità risiedeva nel re assiso in
Parlamento. Giacomo I, che come Giacomo VI di Scozia aveva regnato con un
Parlamento più debole, considerava i privilegi del Parlamento una sfida al suo
concetto di diritto divino basato su una legge romano-scozzese. Giacomo litigava
con il suo Parlamento e i suoi tribunali mentre Elisabetta, che teneva per sé qualsiasi
idea avesse di diritto divino, non si degnava di mettere pubblicamente in
discussione la sua autorità. Giacomo non capiva affatto la psiche degli
inglesi: fenomeno non raro negli scozzesi. Non a caso la Scozia è presbiteriana
mentre l’Inghilterra e anglicana.””
Richard Newbury,
“Oliver Cromwell”, 2013, pg. 50
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