Resi alfine pubblici i 19 rapporti sulla “spending
review” della Commissione Cottarelli che fra il 2013 ed il 2014 ha “lavorato”
sulle aree di intervento e sui tagli alla spesa pubblica italiana, che toccano
le società partecipate con la previsione della loro riduzione da 8.000 a mille
in 3 anni con un risparmio di costi atteso di 3 miliardi nel periodo; la
mobilità nel pubblico impegno con il suggerimento della adozione dei fabbisogni
standard di personale per ciascuna amministrazione e l’erogazione di premi in
caso di effettiva riduzione; il risparmio nell’acquisto di beni e servizi
stimato fra 1,1 e 3,2 miliardi nel triennio; la razionalizzazione delle sedi di
vari ministeri e corpi dello stato; la revisione della spesa sanitaria con
azioni come l’intervento sul prontuario dei farmaci; gli enti locali; la
riorganizzazione della Giustizia, con la soppressione dei tribunali delle acque
(Superiore e regionali); l’accorpamento dei comuni minori; il rafforzamento
delle fasi di esecuzione delle opere pubbliche, prevedendone la
de-finanziarizzazione di quelle non avviate. Il buonsenso applicato alla buona
gestione: l’Araba Fenice, in altre parole.
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