Pesci e crostacei allevati hanno superato il peso del pesce pescato
nel mare, nel 2014: i consumi di pesce allevato pro-capite sono stati 10,3 kg
annui (+4,4% sul 2013) rispetto ai 9,7 kg annui di pesce “selvaggio” (-1,5% sul
2013): 20 kg pro-capite totali contro i 6,5 kg pro-capite totali del 1950.
“”L’acquacoltura è diventata una realtà importante e ormai contribuisce più
della pesca alla nostra alimentazione””: la crescente domanda ha fatto crescere
di 13 volte in 35 anni la produzione (superando quella di bovini), con un giro
d’affari del pesce allevato stimato in 144 miliardi di US$ e volumi di 160
milioni di tonnellate (erano 90 milioni negli anni Novanta). La FAO (agenzia
ONU) stima che le risorse ittiche globali siano sovra sfruttate di almeno un
terzo; le stime sul fenomeno della pesca illegale indicano che 1 pesce su 4 sia
pescato illegalmente, portando ad una riduzione delle risorse ittiche. Se il
pescato (pesci, crostacei, molluschi) è rimasto stabile nel decennio (era di
88,2 milioni di tonnellate nel 2003, salito a 93,7 milioni nel 2011, sceso a
91,3 milioni nel 2012), l’allevato ha visto un costante aumento nello stesso
periodo: 38,9 milioni di tonnellate nel 2003, sino a 66,6 milioni nel 2012. Il
big del pescato è la Cina (16,1 milioni di tonnellate nel 2012), seguita
dall’Indonesia (5,8 milioni) e dagli USA (5,1 milioni); la Cina è anche al top
per l’allevato con 41,1 milioni di tonnellate nel 2012 (erano 25 milioni nel
2003), 10 volte la seconda (India, con 4,2 milioni, seguita dal Vietnam con 3,1
milioni).
Per coltivare il mare occorre cautela, quella che i pescatori d’una
volta applicavano.
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