Negli USA dal
prossimo maggio, dopo l’approvazione della SEC, entreranno in vigore delle nuove norme che consentiranno alle
imprese statunitensi un più facile accesso alla raccolta di capitale, una sorta
di “mini IPO” per chi vorrà raccogliere sino a 50 milioni di US$ sul mercato
dei capitali. Uno dei temi “caldi” è quello di quali caratteristiche dovrà
avere l’investitore: sinora, per
emissioni “out of the ordinary” (diverse dalle IPO delle principali imprese),
l’investitore privato doveva avere un patrimonio di almeno 1 milione di US$ ed
un reddito annuo superiore a 200.000 US$; con le nuove regole, si potrà
investire in “early stage venture” sino al 10% del proprio patrimonio. Ad avviso
degli analisti, le nuove norme dovrebbero “galvanizzare” il “crowdfunding” per
questo tipo di società, che godranno anche di norme più semplici sia per i
“reporting” (due volte l’anno, anziché trimestrali) che per l’amministrazione
aziendale. I detrattori temono che si abbassino i livelli di controllo per
società ad elevato potenziale, ma ancora in una fase di avvio, col rischio che
“for every Apple will be many, many more lemons”.
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