Dopo un 2014 negativo (-2,4%), le vendite di pasta
in Italia sono ancora diminuite nel primo trimestre: - 3,1% in volumi; un
effetto che potrebbe essere legato all’aumento del rincaro del 5% del prezzo
medio (1,37 euro/kg: era 1 euro/kg nel 2006), segno (ulteriore) della crisi che
blocca i consumatori. Nel primo trimestre 2015, nella grande distribuzione sono
stati venduti 206 milioni di kg di pasta dura, 11 milioni di pasta integrale,
4,1 milioni di kamut, 1,6 milioni di arricchita semola, 5 milioni di pasta-riso
e gluten-free. Le vendite in promozione, a volume, sono scese dal 48,5% al
45,5%. Situazione più pesante per un altro caposaldo del cibo italiano, il
prosciutto, che nell’intero 2014 ha visto crollare i consumi dell’8,9% nel
crudo, mentre il prosciutto di Parma ha fatto -6,2% come vendite, a fronte di
un prezzo medio in crescita del 5% a 22,47 euro/kg. La produzione nazionale del
2014 è stata di 8,8 milioni di pezzi (-3,2% sul 2014) e solo l’export ha
tenuto, salendo come percentuale del Parma dal 18% al 30% della produzione
nazionale. Senza pasta e prosciutto, che gusto c’è?
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