Il Fondo Monetario Mondiale (IMF) fa scenari poco
incoraggianti: da un lato, i bassi tassi di interesse stanno favorendo la
creazione di “bolle” in giro per il mondo; dall’altro, si appalesa il rischio
di una crescita a lungo termine inferiore a quella sinora sperimentata. Fra le
cause, IMF mette in risalto l’inazione di molti governi dinanzi alle difficoltà
economiche, finanziarie e sociali (in particolare, in tema di occupazione,
invecchiamento della popolazione in età lavorativa, produttività inferiore al
potenziale). La previsione è di un rallentamento pronunciato anche nei BRICS,
che hanno fatto da motore nel recente passato: Brasile, Russia, Cina sono
previste meno dinamiche, per il prossimo futuro. Inoltre, i bassi tassi di
interesse fanno aumentare la assunzione di rischi eccessivi da parte degli
investitori, portando ad un “pricing” delle attività (finanziarie ed
industriali) eccessivo, e quindi non corretto. Per l’IMF, se il rischio del
singolo investitore è “gestibile”, non altrettanto sembra essere quello globale
e del mercato nel suo insieme (la somma di tanti investitori individuali). Una
delle medicine consigliate è che i paesi in surplus finanziario spendano in
infrastrutture che migliorino l’efficienza-paese e di riflesso quella dei suoi
settori industriali e dei servizi. I pazienti non sembrano intendere, per il
momento.
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