Tuttora confermato, nel 1965 Gordon Moore (co-fondatore di Intel)
formulò un “teorema” (basato sulla osservazione empirica) che il numero di
transistor dentro un chip sarebbe raddoppiato ogni 12 mesi. Alla fine degli
anni Ottanta la “legge” venne riformulata estendendo a 18 mesi il tempo
necessario per raddoppiare le prestazione dei processori, tempo che oggi è
passato a 3 anni; un teorema di grande impatto pratico (industriale e soprattutto
“gestionale”) se si pensa che oggi un processore a 14 nanometri offre una
prestazione 3.500 volte superiore a quella di un processore del 1971. “”Per
creare una nuova generazione di chip ci vorrà sempre più tempo, perché ogni nuovo
ciclo di sviluppo richiede sforzi superiori, lo studio e la sperimentazione di
nuovi materiali e di nuove architetture a livello di design””. Da cui deriva
una ulteriore evidenza empirica: l’investimento richiesto per realizzare una
nuova tecnologia di microprocessori cresce in maniera esponenziale con il
tempo.
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