Sono 69 le società quotate all’AIM, con 14 IPO (nuove emissioni) nel
corso del 2015, per una raccolta complessiva, sinora, di 544 milioni; le
società quotate all’AIM si avvicina al numero delle società che fanno parte del
segmento Star della Borsa, ma la loro capitalizzazione (3.000 milioni di euro)
è 1/10 di quella del segmento MTA. L’80% delle matricole fattura meno di 50
milioni annui, con un fatturato in crescita del 23% fra 2013 e 2014, ed un
EBITDA cresciuto del 9% e l’occupazione (più di 11.000 occupati totali) del 12%
nello stesso periodo, segni della sostanziale salute economica delle società
AIM. Resta il problema della liquidità e dei volumi delle transazioni: il controvalore
medio giornaliero delle transazioni è stato di 100.000 euro nei primi 5 mesi del
2015 (comunque superiore ai 45.000 euro dello stesso periodo 2014), ed il
numero di giorni di effettivo scambio è saluto dal 69% al 74%. Un mercato che
promette di crescere, ma che presenta limiti strutturali che ne riducono
l’attrattività per gli investitori che cercano liquidità, volumi, opportunità
di trading.
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