venerdì 14 agosto 2015

Programma contro la fame.



Nel 2003, la FAO lanciò il Programma contro la fame, con l’obiettivo di dimezzare, entro il 2015, il numero delle persone denutrite nel mondo, allora oltre 800 milioni, che richiedeva 24 miliardi US$ annui in misure strutturali e continuative; 5 anni dopo, il numero dei denutriti era salito quasi a 1.000 milioni di persone, e il totale degli interventi era salito a 30 miliardi annui. A fianco la FAO, l’ONU sin da 1961 aveva lanciato il World Food Programme (WFP), “la più grande organizzazione umanitaria al mondo” per combattere la fame, che nel tempo s’è fatto carico di interventi urgenti, e meno urgenti, per fronteggiare carestie e catastrofi. Negli anni, gli interventi del WFP nutrono 10 milioni di bambini africani, ed altrettanti sono nutriti da altre organizzazioni, agenzie, governi: 720.000 tonnellate di cereali sono destinate a questi 20 milioni di bambini, ma ne restano 23 milioni affamati, sotto i 12 anni, che restano senza cibo. Gli interventi del WFP sono  ben accetti dai paesi destinatari, non avendo condizioni o subendo compromessi. FAO, WFP, altri interventi non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi di dimezzare gli affamati (800 milioni) ed il numero della popolazione che vive in estrema povertà (1.900 milioni), che nel 2010 rappresentava ancora il 21% della popolazione dei paesi dell’Altro Mondo, e che oggi sono 1.200 milioni, 700 in meno (ad avviso della Banca Mondiale, sono 1.400 milioni); ma in questo periodo ventennale, 600 milioni di cinesi sono usciti dalla soglia della povertà estrema grazie allo sviluppo economico della Cina: una gran parte delle persone che sono uscite dalla povertà estrema in questi 20 anni sono cinesi che ci sono riusciti come effetto della crescita del Dragone cinese, un paese che non è stato interessato dagli interventi FAO e WFP. 
E’ vera gloria, quella di FAO e WFP?

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