Gli Stati Uniti spendono 8.600 US$ l’anno per
abitante in sanità, la Francia 4.950, l’Argentina 890, la Colombia 432, il
Niger 5 dollari; nel paese africano più povero, nel 2009 c’erano 583 medici,
uno ogni 28.000 abitanti, scesi a 349 nel 2010, uno ogni 43.000 abitanti,
quando in un paese medio (come Ecuador, Filippine, Sudafrica) la media è uno
ogni 1.000 abitanti.
Molti medici sono emigrati, spesso scappati: la migrazione
di chi sa, o vuole scappare dalla miseria e dalle malattie, produce ulteriore
miseria.
In Niger, ogni donna ha in media 7 figli (il tasso di fertilità più
alto al mondo), ed un bambino su 7 muore prima di compiere 5 anni, quando la
media dei paesi definiti ricchi è uno su 150.
La fame interessa 2 miliardi di
persone nel mondo, circa 1/3 della popolazione della Terra; queste persone non
mangiano a sufficienza, sono malnutriti, e questo endemico sottosviluppo
colpisce principalmente i piccoli, che hanno necessità di mangiare almeno 700
calorie al giorno sotto l’anno di vita, 1.000 fino a 2 anni, 1.600 sino a 5
anni; un adulto necessita da 2.000 a 2.700 calorie giornaliere; sotto queste
soglie, si patisce la fame.
“L’eliminazione
, ogni anno, di decine di milioni di uomini, donne e bambini ad opera della
fame è lo scandalo del nostro secolo. Ogni 5 secondi un bambino sotto i 10 anni
muore di fame (…). Allo stato attuale, l’agricoltura mondiale potrebbe nutrire
senza problemi 12 miliardi di essere umani, quasi il doppio della popolazione
mondiale” secondo la relazione “Destruction massive” dell’ex-relatore
speciale ONU per il diritto all’alimentazione.
Il business del cibo
(agricoltura, produzione) costituisce il 6% dell’economia mondiale, ma il 43%
della popolazione mondiale attiva, circa 1,4 miliardi di persone, è fatto di
agricoltori.
Demografia, peso economico, necessità reale sono molto lontani e
sembra non riescano a trovare un decente punto di incontro ed equilibrio.
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