Nel giorno in cui FinArvedi, la holding del gruppo
siderurgico, ritira dal mercato la prevista emissione di un bond, rating B1 con
outlook stabile, cedola prevista all’8%, Alitalia Sai (nata per accogliere la
compagnia ex- di bandiera sotto le ali di Etihad) riesce a far sottoscrivere dal
mercato un bond (offerto come private placement) di 375 milioni, cedola al
5,25%, durata 5 anni, largamente sottoscritto da Generali: “il rendimento è
interessante e ci siamo comportati dal investitori istituzionali” come avranno
fatto altre compagnie, investitori di lungo termine alla ricerca di rendimenti
elevati per garantire un rendimento adeguato sui portafogli fatti di polizze
pluriennali. A guardare i risultati economici di Alitalia Sai, si scopre che
l’aviolinea nel primo trimestre 2015 ha un EBITDA negativo di 168,7 milioni,
con un risultato di periodo negativo per 100,1 milioni, ottenuto grazie ad una
maxi-plusvalenza realizzata con la vendita del programma Mille Miglia ad
Etihad.
Una riedizione dello strabismo di Venere?
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