Il rapporto “Financing SMEs and Entrepreneurs 2015” (dati
2013) dell’OCSE fa il punto sul credito alle PMI; in Italia, le piccole e medie
imprese ricevono il 18,7% del credito bancario (quindi, l’81,3% va alle grandi
imprese ed al settore pubblico), pur rappresentando – per struttura del sistema
produttivo italiano – la stragrande maggioranza delle imprese: le imprese con
meno di 250 dipendenti sono infatti oltre il 95% del totale per numero, e
pesano per l’80% della forza lavoro. La situazione degli altri paesi vede le
PMI francesi assorbire il 21,1% del credito bancario, le inglesi il 22,1%,
quelle USA il 22,2%; all’altra estremità, la Svizzera, ove le PMI assorbono
l’88,4% del credito ed il Belgio, col 67,2%. Seppure varino le definizioni di
PMI fra i singoli paesi, viene confermato come siano le piccole realtà, spesso
con strutture azionarie poco evolute e modesti capitali di rischio, a soffrire
di mancanza di accesso al credito; ad una stragrande diffusione delle PMI,
corrisponde una modesta capacità di attrarre credito, non solo per demeriti
propri, ma più spesso del sistema creditizio che poco sa valutare il business,
molto chi ci sta dietro.
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