La re-industrializzazione dell’Europa è al centro dell’attenzione del Consiglio europeo: far crescere la quota dell’attività industriale dal 15% sul PIL attuale al 20% in 6 anni.
Re-industrializzazione significa ri-costruire
nuova impresa; per consentirla, un tema importante è il recupero di
migliaia di terreni prevalentemente industriali non più utilizzati per
l’attività manifatturiera.
Nell’Europa dei 27 sono stimate oltre 20.000
aree industriali dismesse che presentano criticità per il livello di
contaminazione ambientale; L’Agenzia Europea per l’Ambiente
( EEA) stima che in Europa vi siano complessivamente 250.000 siti
contaminati e 3.000.000 di siti potenzialmente contaminati, per il 70% a
causa di utilizzi a fini militari ed industriali (prevalentemente,
acciaierie, lavorazione di metalli ed impianti chimici e raffinerie).
Programmi “sponsorizzati”
dalla UE (FESR, TIMBRE, ..) sono stati avviati per sostener azioni
innovative per lo sviluppo urbano sostenibile, con risorse finanziarie
limitate, se rapportate alla complessità e vastità del fenomeno.
La proposta formulata dalla Commissione UE in
sede di presentazione del Quadro Finanziario 2014-2020 indicava lo
stanziamento di 336 miliardi a favore delle regioni europee,
destinatarie del programma FESR. Dalle proposte alle azioni gli
stanziamenti spesso scompaiono e comunque vengono ridimensionati.
Molto resta da fare; in assenza di dati
puntuali (causa l’assenza di appropriati “database”), si possono fare
delle stime assai grossolane; limitatamente alla valutazione dei soli
costi derivanti da inquinamento atmosferico (una frazione
dell’inquinamento complessivo), l’EEA stima un valore
compreso fra 102 e 169 miliardi di euro; gli interventi sul suolo,
prevedibilmente, potrebbero essere un multiplo (a due cifre) di tale
valore. Il risultato è un progressivo inevitabile degrado del territorio europeo, con un “patrimonio” destinato ad accumulare “deficit ambientale”, abbandonato, senza immediate prospettive di utilizzo, che richiede costi (talora elevati) per la sua mera “custodia”.
Interesse dei cittadini europei che il
territorio europeo migliori progressivamente la qualità “ecologica”, e
quindi migliori la qualità della vita dei cittadini e che sia facilitato
lo sviluppo, ad alto profilo qualitativo, delle attività
imprenditoriali.
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