“” Gli USA hanno conosciuto un’elevata mobilità dei lavoratori e
del capitale molto prima dell’unione monetaria, e ancor oggi il mercato
del lavoro e i salari sono regolati in maniera meno rigida che
nell’eurozona. Il 2,5% dei lavoratori USA si sposta in maniera continua
tra gli Stati della Federazione, mentre nella zona dell’euro ciò vale
solo per lo 0,1%, soprattutto per via delle barriere linguistiche.
Questo consente agli USA di mitigare gli shock esterni, perché i
lavoratori che sono diventati disoccupati possono facilmente trasferirsi
in altre zone del Paese, mentre in Europa restano per lo più
disoccupati. Da non dimenticare: negli USA si ebbe prima l’unione
politica, poi l’unione monetaria. In Europa doveva succedere il
contrario. Questo è il problema strutturale, non l’aumento della spesa
dei singoli paesi.””
Johan van Overtveldt, The End of Euro.
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