“” “Il Deutsches Institut fur Wirtschaftsforschung ha calcolato che
le perdite patrimoniali della Germania, solo dagli anni dal 2006 al
2012, ammontano a 600 miliardi (relativi alla cancellazione del valore
degli investimenti in titoli di paesi debitori esteri ed imprese
straniere, ad elevato rendimento, ndr). Che siano finanziamenti
all’industria cinematografica, miniere d’oro in Canada o navi container
che solcano gli oceani, già da tempo ridono all’estero del denaro
tedesco. Alla fine si dice sempre: l’altro ha il denaro e l’investitore
di qui si è arricchito di un’esperienza.” (articolo tratto dal
Frankfurter Allgemeine Zeitung, ndr)). Ma, diversamente da quanto si
racconta oggi, non si sentivano provenire moniti preoccupati dalla
Germania quando le banche tedesche facevano a gara per le obbligazioni
più redditizie. Tra il 2003 e il 2007, in soli quattro anni, il sistema
bancario irlandese ha importato più della metà del suo prodotto interno
lordo (Pil) in obbligazioni (…). Tra i maggiori fornitori c’erano le
banche tedesche, che sottoscrissero in tutta responsabilità più di 200
miliardi di euro di crediti. (…) “I banchieri tedeschi, che a casa
propria si comportano da apostoli della morale finanziaria, agivano sui
mercati internazionali come borghesucci disinibiti in un casinò: 21
miliardi li hanno giocati nelle evanescenti banche islandesi, 47
miliardi nelle banche irlandesi e nella loro bolla immobiliare, 60
miliardi nei mutui ipotecari USA e 65 miliardi in Grecia, sebbene tutti
sapessero che là il sistema fiscale non funzionava nemmeno”.””
“Salviamo l’Europa”, George Soros con Gregor Peter Schmitz, pg. 66-67, 2014.
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