Secondo il 2012 National
Health and Nutrition Examination Survey, confermato dalle le successive
stime fatte, 68 milioni di statunitensi sono qualificabili come obesi e 65
milioni come sovrappeso, numeri che identificano una crisi della salute
pubblica. Nella lunga, ed infruttuosa, battaglia contro i chili in eccesso, negli
anni Sessanta il nemico era il grasso contenuto negli alimenti, più recentemente
sostituito dalla zucchero, che sempre più rappresenta una componente imponente
dei cibi conservati e delle bevande
gassose e zuccherate, assurgendo a causa principale di diabete, Alzheimer ed
altre malattie croniche. La quantità di zucchero consumata quotidianamente da
un adulto americano è di 23 cucchiaini di zucchero (contenuto in bevande, cibi
confezionati, additivi vari), ben superiori ai 9 cucchiaini raccomandati come
limite massimo per gli uomini e 5 cucchiaini per le donne. Un consumo di 23
cucchiaini equivale a 4 pesche, 9 lime, 30 limoni, 30 fragole; 4 mele
contengono 16 cucchiaini di zucchero; il “cibo reale” (non processato e
confezionato) ha un sistema di regolazione rappresentato da fibre ed altri
nutrienti che segnalano al nostro corpo quando siamo sazi; ma se si convertono
le 4 mele in succo di mele, i “segnali” si perdono perché nel processo di trasformazione
da frutta a succo si perdono fibre e nutrienti essenziali: lo zucchero in
eccesso va direttamente nel sangue e si ingrassa. Per qualcuno è “the
American way”.
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