Nei secoli il migliore: il ducato veneziano, detto anche zecchino, venne
considerato la miglior moneta con un costante contenuto di oro per 512
anni, assai meglio della sterlina che fu regina per “soli” 208 anni (dal
1717 al 1925, prendendo il testimone proprio da Venezia). In tempi
difficili bui e cupi, domandarsi che cosa rese possibile tale successo
non è vano. Il valore di una moneta dipende dalla sua capacità di
influenzare la distribuzione del reddito, che è variabile politica per
eccellenza. Una moneta che perde valore nel tempo favorisce i debitori,
fra i quali enumeriamo lo Stato e le categorie che da esso dipendono, a
svantaggio dei creditori, che invece sono favoriti dalla stabilità
monetaria. Stabilità monetaria e sviluppo delle attività economiche
veneziane si sono quindi dati la mano per lunghi secoli facendo della
Serenissima, priva di entroterra ma ricca di talenti che riusciva ad
attrarre e sostenere, la regina dei commerci internazionali in quello
che era il mondo allora conosciuto dall’uomo occidentale. Mercanti,
banchieri, artigiani, il miglior Arsenale dei secoli di mezzo (dove uno
straniero non poteva aver accesso, tanta era la tecnologia ivi
sviluppata ed applicata) costituirono l’ “humus” della potenza
veneziana; su questi interessi si sviluppò, parimenti, la credibilità di
un sistema politico (autocratico, ma efficace e giusto) che non ebbe
rivali nella gestione di dispute politiche, belliche, economiche.
Stabilità monetaria e sviluppo delle attività economiche, spirito e
libertà di impresa, giustizia rapida ed efficace, responsabilità dei
governanti: e quanti dogi persero, letteralmente, la testa o finirono i
loro giorni oltre il ponte dei sospiri.
Altri tempi, altra tempra.
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