venerdì 18 settembre 2015

La geografia di Piazza Affari.


Sulla Borsa Italiana sono quotate 239 società con sede legale in Italia (sono quindi “fuori classifica” FCA, la vecchia Fiat Auto; CNH; Tenaris che hanno sede all’estero); 101, il 42,3%, hanno sede in Lombardia, che si conferma la regione con l’economia più vivace e propensa ad aprire il proprio azionariato al pubblico; seguono le 33 imprese emiliane (il 13,8% del totale delle imprese presenti al listino principale), poi le 30 società del Lazio (12,6%), e distanziate le 19 società piemontesi (7,9%), le 16 venete (6,7%), le 15 toscane (6,3%); non ci sono imprese trentine, abruzzesi, siciliane e della Valle d’Aosta quotate al listino principale.

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Negli ultimi anni è cresciuta in misura significativa il numero delle società quotate all’AIM: oggi sono 61 le società quotate con sede in Italia: 26 (il 42,3%) hanno sede in Lombardia, seguita dalle 12 società con sede nel Lazio (19,7%), 9 in Emilia Romagna (14,8%), 4 in Piemonte (6,6%), 4 in Veneto (4,9%); non vi sono società quotate all’AIM in Liguria, Campania, Molise, Sardegna, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Valle d’Aosta.

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L’economia finanziaria, intendendosi come imprese che hanno scelto di quotarsi, è più concentrata geograficamente di quella reale, che vede una più equilibrata distribuzione delle iniziative imprenditoriali fra le regioni italiane: le imprese della Lombardia producono infatti il 21% del PIL italiano, quelle del Lazio l’11%, quelle del Piemonte l’8%, le venete il 9,4%, le emiliane il 9%.

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