Se il welfare diviene troppo generoso,
si possono creare incentivi a restare disoccupati (“on the dole”) piuttosto che
cercare un nuovo lavoro; i benefici del welfare variano in modo anche
significativo da paese a paese, ma in molti stati dell’UE essi sono elevati se
raffrontati alla retribuzione “entry level” per neo-assunti o per bassi salari.
Secondo Cato Institute, in 9 paesi UE il sistema di copertura della
disoccupazione (che assume varie forme monetarie di assistenza) eccede i 15.000
euro annui, in 6 paesi supera i 20.000 euro, con la Danimarca che paga 31.709
euro ad ogni disoccupato (dati riferiti a chi abbia 2 figli). In 9 paesi il
welfare è superiore al salario minimo; in 11 paesi i benefit del welfare sono
superiori al 50% del salario netto medio del singolo paese; in Austria,
Croazia, Danimarca l’aliquota marginale per chi lasciasse il sistema
assistenziale del welfare ed accettasse un lavoro offertogli sarebbe del 100%,
tale da escludere (salvo un naturale desiderio, spesso incomprensibile a troppi) di
accettare un lavoro, aliquota che scende al 50% in altri 16 paesi.
Dinanzi a
questi dati, alcuni paesi UE stanno avviando una revisione dei propri sistemi
assistenziali per favorire il rientro nel mondo del lavoro.
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