martedì 15 settembre 2015

Welfare è bello, ma con moderazione.



Se il welfare diviene troppo generoso, si possono creare incentivi a restare disoccupati (“on the dole”) piuttosto che cercare un nuovo lavoro; i benefici del welfare variano in modo anche significativo da paese a paese, ma in molti stati dell’UE essi sono elevati se raffrontati alla retribuzione “entry level” per neo-assunti o per bassi salari. Secondo Cato Institute, in 9 paesi UE il sistema di copertura della disoccupazione (che assume varie forme monetarie di assistenza) eccede i 15.000 euro annui, in 6 paesi supera i 20.000 euro, con la Danimarca che paga 31.709 euro ad ogni disoccupato (dati riferiti a chi abbia 2 figli). In 9 paesi il welfare è superiore al salario minimo; in 11 paesi i benefit del welfare sono superiori al 50% del salario netto medio del singolo paese; in Austria, Croazia, Danimarca l’aliquota marginale per chi lasciasse il sistema assistenziale del welfare ed accettasse un lavoro offertogli sarebbe del 100%, tale da escludere (salvo un naturale  desiderio, spesso incomprensibile a troppi) di accettare un lavoro, aliquota che scende al 50% in altri 16 paesi. 
Dinanzi a questi dati, alcuni paesi UE stanno avviando una revisione dei propri sistemi assistenziali per favorire il rientro nel mondo del lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento