domenica 21 settembre 2014

Bonificare per reindustrializzare.





La re-industrializzazione dell’Europa è al centro dell’attenzione del Consiglio europeo: far crescere la quota dell’attività industriale dal 15% sul PIL attuale al 20% in 6 anni.
Re-industrializzazione significa ri-costruire nuova impresa; per consentirla, un tema importante è il recupero di migliaia di terreni prevalentemente industriali non più utilizzati per l’attività manifatturiera.
Nell’Europa dei 27 sono stimate oltre 20.000 aree industriali dismesse che presentano criticità per il livello di contaminazione ambientale; L’Agenzia Europea per l’Ambiente ( EEA) stima che in Europa vi siano complessivamente 250.000 siti contaminati e 3.000.000 di siti potenzialmente contaminati, per il 70% a causa di utilizzi a fini militari ed industriali (prevalentemente, acciaierie, lavorazione di metalli ed impianti chimici e raffinerie).
Programmi “sponsorizzati” dalla UE (FESR, TIMBRE, ..) sono stati avviati per sostener azioni innovative per lo sviluppo urbano sostenibile, con risorse finanziarie limitate, se rapportate alla complessità e vastità del fenomeno.
La proposta formulata dalla Commissione UE in sede di presentazione del Quadro Finanziario 2014-2020 indicava lo stanziamento di 336 miliardi a favore delle regioni europee, destinatarie del programma FESR. Dalle proposte alle azioni gli stanziamenti spesso scompaiono e comunque vengono ridimensionati.
Molto resta da fare; in assenza di dati puntuali (causa l’assenza di appropriati “database”), si possono fare delle stime assai grossolane; limitatamente alla valutazione dei soli costi derivanti da inquinamento atmosferico (una frazione dell’inquinamento complessivo), l’EEA stima un valore compreso fra 102 e 169 miliardi di euro; gli interventi sul suolo, prevedibilmente, potrebbero essere un multiplo (a due cifre) di tale valore. Il risultato è un progressivo inevitabile degrado del territorio europeo, con un “patrimonio” destinato ad accumulare “deficit ambientale”, abbandonato, senza immediate prospettive di utilizzo, che richiede costi (talora elevati) per la sua  mera “custodia”. 
Interesse dei cittadini europei che il territorio europeo migliori progressivamente la qualità “ecologica”, e quindi migliori la qualità della vita dei cittadini e che sia facilitato lo sviluppo, ad alto profilo qualitativo, delle attività imprenditoriali.

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