lunedì 22 settembre 2014

I numeri della distribuzione.


Nei primi 9 mesi del 2014 sono stati cancellati dalla fotografia della distribuzione italiana 25mila punti vendita, il 2,6% dei totali 946mila esercizi italiani; una crisi che viene da lontano, accresciuta dalla avversa congiuntura economica.
Nel 2000, i punti vendita erano 848mila, saliti a 953mila nel 2011 (massimo del periodo), e scesi a 946mila nel 2012; in termini di tipologia della rete distributiva, in numero i negozi tradizionali pesavano il 79,7% ed oggi sono il 74,7% di tutti gli esercizi; gli ambulanti sono passati dal 5,3% al 6,3%; la distribuzione moderna è cresciuta dal 15% al 19%; ma le variazioni sono assai significative quando si osservano i valori del giro d’affari: la distribuzione moderna copriva il 46,1% nel 2000 ed oggi si accaparra il 58,6% del totale dei consumi commercializzati; gli ambulanti sono cresciuti dall’11,9% al 12,7%; i negozi tradizionali sono crollati dal 42,1% nel 2000 al 28,7%, in percentuale un meno 13,4% assoluto, ma quando si osservano i valori del giro d’affari, la fotografia è ancora più nitida: i consumi commercializzati erano 198,5 miliardi nel 2000, saliti a 218,6 miliardi, un incremento dei consumi di 20,8 miliardi anno su anno.
La distribuzione tradizionale fatturava 83,6 miliardi nel 2000, oggi ne fattura 62,7, una diminuzione di 20,1 miliardi anno su anno. La distribuzione moderna fatturava 91,5 miliardi, oggi ne fattura 128,1. Quello che ha perso la distribuzione tradizionale è finito nelle grandi superfici, e l’aumento dei consumi è andato tutto a beneficio delle stesse grandi superfici.

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