lunedì 22 settembre 2014

Quale è il giusto prezzo dei farmaci?


Ad inizio 2014 la FDA degli USA ha approvato un farmaco (il Sofosbuvir, prodotto dalla Gilead e venduto sotto il nome commerciale Sovaldi), attualmente l’unico in grado di curare e guarire l’epatite C, che colpisce 2,7 milioni di persone solo negli USA; il prezzo di vendita negli USA è 1.000 dollari ed un ciclo di cura nei richiede 84.
Il Senato USA ha dato 60 giorni alla Gilead per rispondere a domande specifiche: come è stato redatto il business plan, quali spese sono state sostenute in passato per R&D e sviluppo del farmaco, come il farmaco è promosso presso medici ed ospedali, ed altro. Il Senato intende quindi comprendere gli “economics” del farmaco e valutare se il prezzo pagato dai pazienti statunitensi è “giusto” o meno.
L’indagine parlamentare si innesta su una situazione di mercato peculiare: lo stesso farmaco è venduto a circa 700 dollari nel Regno Unito ed a 11 dollari in Egitto.
La questione diventa quindi duplice: se il prezzo negli USA è “gonfiato”, ciò significa che i malati statunitensi stanno pagando lo “sconto” accordato ai malati di altri Paesi? E poi, il prezzo di un farmaco può essere arbitrario, o deve essere giustificato dai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo, maggiorato di un ragionevole profitto?
Sinora, le imprese farmaceutiche si sono basate su un semplice criterio di mercato: il prezzo di ogni farmaco è “quello” che il mercato è disposto a pagare.

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