mercoledì 9 dicembre 2015

Impianti a fune a lunga durata.



Nel decreto “Sblocca Italia” 2014 si prevedeva che funivie, cabinovie, seggiovie , ski-lift e tutti gli impianti a fune in Italia (stimati in 400 con un giro d’affari di 1.000 milioni annui, il 10% dell’intero “sistema-neve” italiano) non avessero più una scadenza di vita tecnica, a suo tempo stabilita entro i 30 e i 60 anni (D.M. del 2 gennaio 1985), aderendo così alla normativa UE in materia; peraltro, gli impianti costruiti dopo il 2003 erano già esenti dal concetto di “fine vita tecnica”. 
Le regole per la sicurezza in Italia erano infatti più restrittive di quelle UE, imponendo costi aggiuntivi agli impianti italiani, cosa che “”non solo non aumentava il livello di sicurezza, ma penalizzava la competitività delle nostre imprese e del sistema turistico che ruota attorno agli impianti a fune, creando una concorrenza sleale a danno del nostro Paese. Adesso, finalmente, le stazioni sciistiche italiane potranno concorrere alla pari con quelle svizzere, austriache e francesi: abbiamo eliminato un ostacolo che rischiava di far morire l’intero sistema della montagna”” (nelle dichiarazione delle autorità italiane). 
I termini previsti per rendere attuativa la norma, more solito, sono però slittati: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) doveva emanare il decreto di attuazione entro il 12 maggio 2015, e nell’attesa sono state prorogate di ulteriori 12 mesi le autorizzazioni in essere, previa verifica tecnica. 
A distanza di oltre 6 mesi dalla scadenza naturale il decreto del MIT sembra essere quasi pronto, giusto in tempo per il fine settimana dell’Immacolata, neve permettendo.

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